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Se soffrite di epicondilite e volete continuare a praticare sport, la soluzione che fa per voi è la giusta racchetta per epicondilite.
Nella vita di un tennista, può accadere di imbattersi in un infortunio, in particolare nell’epicondilite.
Tuttavia, ciò non significa che si debba rinunciare al tennis!
Esistono, infatti, diverse tipologie di racchetta per epicondilite, che permettono di continuare a giocare, in quanto la loro struttura favorisce i movimenti in modo tale da evitare che i muscoli epicondilari si infiammino di nuovo.
Una racchetta per epicondilite vi aiuta a gestire il dolore al gomito, per cui è importante sapere quali sono i modelli in commercio e come scegliere quello più adatto a voi.
L’epicondilite è il male peggiore per un tennista, ma è molto diffuso proprio in questo sport, tanto da essere definita anche con il nome di gomito del tennista.
Si tratta di una patologia che può avere una guarigione lenta e tenere lontano dai campi da tennis anche per molto tempo.
L’epicondilite insorge lentamente nello sportivo, presentandosi prima come un fastidio al gomito che va via una volta iniziato a giocare e con il muscolo riscaldato. In seguito, può diventare una condizione debilitante al punto tale da non riuscire a compiere anche i più semplici movimenti, come afferrare un oggetto o stringere una mano.
Tra le cause più comuni dell’epicondilite, vi sono i traumi, un invecchiamento dei tendini o scelte tecniche sbagliate, come la scelta di una racchetta non adeguata per materiale o struttura, una misura del grip scorretta. In altri casi, invece, si tratta di predisposizione allo sviluppo di questa patologia.
In genere, si procede con terapia conservativa a base di riposo, ghiaccio e FANS, a cui possono essere applicate terapie strumentali e un percorso fisioterapico, lasciando l’intervento chirurgico come soluzione estrema.
Proprio per il trattamento previsto, si è davanti ad un percorso di ripresa abbastanza lungo, soprattutto se è un’epicondilite acuta o se arriva a diventare cronica.
Tuttavia, se si tratta di un’epicondilite lieve o se si è sulla strada del rientro all’attività fisica, è possibile giocare a tennis, scegliendo una racchetta adeguata.
Tutore per epicondilite

Prima di vedere come scegliere la racchetta in base alla propria specifica condizione, vale la pena parlare di un supporto altrettanto fondamentale per i tennisti e per chi soffra di epicondilite: il tutore.
Il tutore per epicondilite può essere indossato durante la terapia conservativa e durante il percorso di riabilitazione, anche post operatoria.
Inoltre, diventa davvero indispensabile in fase di ripresa delle attività sportive, in quanto aiuta a mantenere ferma l’articolazione, impedendo al paziente di compiere movimenti pericolosi e favorendo il rigenerarsi dei tendini.
Il tutore aiuta anche a controllare il dolore e a ridurre la tensione muscolare grazie alla sua struttura composta da una o più fasce elastiche dotate di rinforzo e cuscinetto morbido interno.
È possibile acquistare il tutore per epicondilite online sul sito www.gomito-ok.it, con possibilità di spedizione e reso gratuiti direttamente a casa.
Scelta della racchetta per epicondilite
Passiamo ora alla scelta della racchetta per epicondilite.
Ci sono tre aspetti importanti da valutare in una racchetta:
- il primo è l’accordatura della racchetta: in chi soffre o ha sofferto di epicondilite, una tensione non precisa delle corde potrebbe incidere sui tempi di guarigione o condurre ad una cronicizzazione della patologia. In questi casi, la tensione consigliata è inferiore ai 25 kg o, ancora meglio, ai 22 kg: si riducono rigidità della racchetta e potenza del colpo, ma anche le vibrazioni prodotte, che, a lungo andare, favoriscono l’insorgere dell’epicondilite. Dunque, le corde devono essere morbide e si potrà tornare a tensioni maggiori e a corde più rigide solo in modo graduale;
- il secondo è la presenza dell’antivibrazione, che, anche se in minima parte, aiuta a ridurre le sollecitazioni. Possono essere utilizzati anche gommini antivibrazioni o appositi antivibrazioni;
- il terzo è l’impugnatura, in quanto avere una corretta presa è la base per avere una contrazione muscolare efficace e che non affatichi il braccio. L’impugnatura deve essere valutata in base alla grandezza della mano: una mano piccola e una racchetta che richieda una presa ampia causano una difficoltà a stringere e uno stress notevole per i muscoli nel mantenerla.
Tipologie di racchette per epicondilite
Il marchio più rilevante nella produzione e nella vendita di racchette è Pro Kennex, che si serve della tecnologia Kinect per ammortizzare i colpi ricevuti e ridurre le vibrazioni.
I modelli consigliati sono la Pro-Kennex QTOUR 300 2018 3 e la Pro-Kennex KI5 300 2018 3.
Queste racchette sono realizzate con una struttura particolare, che prevede all’interno del telaio delle capsule contenenti delle micro sfere: ciò permette di sfruttare il movimento delle capsule a favore di chi impugna la racchetta.
Infatti, durante la preparazione al colpo, le capsule si depositano posteriormente, mentre, durante il colpo, si posizionano anteriormente, decelerando la racchetta e le vibrazioni.
In questo modo, il peso finale della racchetta non viene incrementato perché viene bilanciato con il peso messo in altre tipologie di racchette.
Altri modelli di racchette particolarmente indicati in presenza di epicondilite sono:
- la Wilson Clash 100 dal telaio spesso e flessibile, uno swingweight basso, grande potenza e stabilità, ottimo potenziale di spin;
- la Yonex VCORE Pro 97HD, per i tennisti più esperti e dal telaio fine, che permette di muoverla velocemente, mantenendo comfort e stabilità;
- la Head Gravity Tour Graphene 360+, dall’ovale arrotondato da 645 cm² e con lo schema corde denso per ottimi livelli di spin, controllo e precisione;
- la Prince Phantom 100X (305), adatta ai tennisti di livello intermedio e avanzato che vogliono allo stesso tempo comfort, potenza e spin; presenta un telaio versatile e molto solido.
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